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Venerdì 20 aprile alle ore 18, 00 il giornalista e politico Demetrio Volcic introdurrà Stefano Malatesta e il suo ultimo lavoro, ‘La pescatrice del Platani e altri imprevisti siciliani’.
La pescatrice del Platani inizia con uno straordinario viaggio in lambretta da Roma a Capo Passero, in compagnia di una ragazza svedese, attraverso un'Italia bucolica e pastorale oggi scomparsa. E continua con passeggiate a piedi lungo spiagge incantevoli, dove si nasconde il dio Pan, o gite in montagna alla ricerca di un mitico formaggio. Ci sono ritratti di personaggi per bene come Piero Guccione, Leonardo Sciascia, Francesco Alliata, e di personaggi per male come l'arcivescovo di Monreale Cassisa e molti altri ancora. Tutte le storie sono state scritte in un baglio, un'antica masseria profumata di gelsomino che guarda il Mediterraneo, diventato quasi un hotel di passo per molti continentali che scendono nel sud.Il capitolo più lungo è una sorta di storia dell'isola attraverso le vicende del vino siciliano e inizia così: "E' stato solo negli anni Novanta che la Sicilia ha cominciato a sbarazzarsi di tre residui arcaici che si trascinava dietro da tempo immemorabile: il vino tradizionale, la 'fuitina' e la grandezza della minchia intesa come tema ricorrente e ossessivo nei discorsi dei siciliani maschi".
Secondo Neri Pozza “I libri di Malatesta sono di splendida lettura e di difficile definizione. Quando si mette in viaggio, possibilmente a piedi, non si sa mai dove vada a parare. Molti racconti iniziano come recit de voyage e finiscono imprevedibilmente da qualche altra parte, in critica letteraria, in ricostruzione storica, in narrazioni di battaglie, in gastronomia, seguendo una sorta di filosofia del deragliamento: «Chi marcia sempre sulle rotaie fisse – dice Malatesta – finisce nell’ovvio». Lui cerca la terra di nessuno, dove si trova perfettamente a suo agio.
Nota biograficaStefano Malatesta è nato a Roma dove si è laureato in Scienze Politiche. Ha cominciato a viaggiare molto presto e da allora non ha mai smesso. È stato viceamministratore di una piantagione di tè alle Seychelles quando queste isole erano una colonia inglese, documentarista di animali, cronista di nera, inviato di guerra. Per la Repubblica scrive da oltre venticinque anni critiche d’arte, recensioni di libri e commenti e soprattutto racconti di viaggio sempre sulle tracce di qualcosa o di qualcuno, riprendendo una certa tradizione del recit de voyage quasi scomparsa nei giornali italiani e oggi fin troppo praticata. Oltre alle prime guide alla natura in Italia, ha scritto L’armata Caltagirone, Il cammello battriano, Il cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani, Il grande mare di sabbia, Il napoletano che domò gli afghani. Dirige la collana di letteratura di viaggio «Il cammello battriano» per la casa editrice Neri Pozza. Il suo prossimo libro, che sarà pubblicato in giugno nelle edizioni Neri Pozza, si intitola La vanità della cavalleria e altre storie di guerra. Ha vinto il Premio Albatros Palestrina, L’Este-Ferrara, il Comisso, il Settembrini regione veneta, il Premio Barzini per il miglior inviato speciale dell’anno e il Chatwin.