Cento xilografie di Salvador Dalì raccontano il viaggio metaforico di Dante nei regni ultraterreni. Tre città pugliesi ospitano la sua mostra, invitando il visitatore a ripercorrere il viaggio di Dante: l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti, il Purgatorio a Sammichele
Fino al 5 marzo Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari e Turi espongono le opere del grande artista del secolo scorso Salvador Dalì, nell’ambito dell’operazione “Opere fuori contesto”. La mostra è organizzata dalla Società Sistema Museo, gestore del SAC Ecomuseo di Peucetia.
L’opera è una delle maggiori espressioni del metodo pittorico “paranoico-critico” dell’artista
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“Dalì. La Divina Commedia” prende il nome dall’omonima serie di xilografie nate dal genio dell’estroso artista spagnolo e ispirate al capolavoro dantesco. Composta da cento opere a colori, firmate, numerate e pubblicate da Les Heures Claires a Parigi nel 1960, “La Divina Commedia” riunisce trentatre trittici, ognuno dei quali è composto di tre tavole riferite rispettivamente al Paradiso, al Purgatorio e all'Inferno danteschi. L’opera fonde simboli, allusioni, magia e allegorie in un connubio perfetto, diventando una delle maggiori espressioni del metodo pittorico “paranoico-critico” caratteristico dell’artista surrealista.
Le tre cantiche di Dante sono distribuite nelle tre città pugliesi, rispettivamente l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti a Palazzo de’ Mari, il Purgatorio al Castello Caracciolo di Sammichele di Bari e il Paradiso nella Chiesa di Sant’Oronzo a Turi.