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Marco Agostinelli e la sua visione postdigitale.

Marco Agostinelli e la sua visione postdigitale.A

Questa pagina è scaduta il 30/04/2011

(Aria) TERRITORIO. Storie di artisti umbri
MARCO AGOSTINELLIA cura di Gianluca Marziani
Sale Biblioteca Piano Nobile
Il progetto “Territorio” indaga le qualità creative della regione Umbria e racconta oggi la lunga ricerca di Marco Agostinelli, tra i protagonisti, il prossimo giugno, del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2011. Un autore che ha sempre lavorato sul linguaggio elettronico, sulla grammatica digitale, sui legami tra il pixel e le molteplici identità dell’icona contemporanea. La ripresa video, lo scatto fotografico e lo still da video si sono trasformati in un viaggio iconografico che è diventato volume solido (sculture) o liquido (i pannelli fotodigitali e i lavori video). Un dualismo estetico che indaga la natura concettuale dell’immagine, la sua capacità di produrre codici morali, lungo processi teorici che toccano i grandi dilemmi filosofici (i dualismi del pensiero, il legame tra natura e artificio, gli sconfinamenti tra bene e male) dentro un continuo riferimento ai fatti del reale (la cronaca, le guerre, la violenza ma anche la cultura del web, l’ossessione per il corpo…). Palazzo Collicola ospita la sintesi di un percorso coerente dentro la tecnologia ma con l’approccio della pittura e il senso sequenziale del fiume randomico. La miriade di immagini del flusso mediatico viene indagata con un primo livello selettivo e un approccio chirurgico che seleziona singoli frammenti, andando a metabolizzarli con impianti rielaborativi in cui ogni immagine subisce processi mutativi e virali. Da qui la direzione molteplice dei singoli frammenti: ora nel flusso dinamico del video, ora nella staticità dei singoli quadri, ora nei volumi plastici della scultura.
Prima sala: con “Cuore di Cane” e “Nato” vedremo i quadri con le prime sperimentazioni legate alla distorsione dell'immagine e all'inversione dei sistemi di lettura Pal/Ntsc. “Cuore di Cane” è un progetto in nove pezzi ed è quello che ha avuto maggior successo internazionale. “Nato” nasce da un lavoro di immagini autografe ed è girato in una base Nato abbandonata in Germania e poi sovrapposto ad immagini della prima guerra del Golfo. I due video relativi ai progetti saranno visibili nella quarta sala.
Sempre nella prima sala ci sarà "L'albero della vita", scultura luminosa del 2005, legata al progetto “Scultura del Pensiero”. Sono del 2007 le due "anfore" monumentali che andranno a parete, anche loro parte della serie "Sculture del pensiero", tratte dal video “TeleVisionCross” (che si vedrà nella saletta proiezioni).Sala grande: qui ci sarà il nuovo cilo dal titolo “Guerre/Solitudini/Resurrezioni e altre Epifanie”. Un video raccoglie l'insieme delle immagini del ciclo, divise tra opere in bianconero e a colori. Sulle pareti vedremo sedici quadri formato 150X180, mentre il video con l’intero ciclo chiude idealmente la sala.
Terza sala: si apre con "La scultura del pensiero 2004/2008", il grande quadro delle anfore esposto a Venezia, il grande quadro degli “Scudi” e due "Vortici". Quarta sala: una selezione coi più importanti progetti video dell’artista.

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