Le due città pugliesi di Acquaviva delle Fonti e Sammichele di Bari ospitano la celebre e suggestiva serie di incisioni dedicate alle “Carceri”, nelle quali Giovanni Battista Piranesi rivoluziona la canonica rappresentazione della prigione. Raffigura ambienti senza eguali: drammatici, frutto di eccitata fantasia e attenta conoscenza della forma e della fabbrica architettonica. La visione panoramica, con una progressione infinita di scale che salgono e scendono, richiama fortemente l'opera grafica dell'olandese Escher.
Tra il 1745 ed il 1750 il giovane incisore veneto Giovanni Battista Piranesi si stabilisce a Roma. Con profondi interessi per l'architettura e l'archeologia, lavora ad una serie di tavole raffiguranti ambienti senza eguali: fortemente drammatici, frutto di eccitata fantasia unita ad un’attenta conoscenza della forma e della fabbrica architettonica. Questi lavori raffigurano ciò che Piranesi chiama “Invenzioni capric[ciose] di carceri”.
Sono visioni arditissime, eppure composte nel loro rigore architettonico: scaturite dal genio visuale di Piranesi e modellate su solide nozioni di prospettiva e costruzioni tridimensionali. L'esaltazione della bellezza tipica dei vedutisti, dell'eleganza e del gusto trova per certi versi l'opposto nelle Carceri di Piranesi, dove domina forte il senso di disagio, solitudine, silenzio, inquietudine e repulsione.
Il percorso di mostra, visitabile con un biglietto unico per le due sedi, si conclude con un coinvolgente video che propone ‘ricreazioni’ 3D delle “Carceri” piranesiane. Il video è stato realizzato da Gregoire Dupont dell'Atelier Factum Arte di Madrid, tramite procedimento stereolitografico.
È stato eccezionalmente concesso in prestito dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, proprietaria dell'edizione Piranesi Fréres delle incisioni, da cui è stato tratto (TUTTI I DIRITTI RISERVATI).