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Guido Percacci

Guido PercacciA

Questa pagina รจ scaduta il 01/08/2017

COMUNICATO STAMPA

 

Dal 7 giugno 2017 nella sede della Comunità evangelica Luterana di Trieste la mostra antologica dedicata al pittore triestino Guido Percacci

 

Sabato 8 luglio alle 18.30 alla Comunità Evangelica Luterana (via San Lazzaro 19) avrà luogo una visita guidata alla mostra del pittore triestino Guido Percacci, curata dall’arch. Marianna Accerboni.

 

Si inaugura mercoledì 7 giugno 2017 alle ore 18.00 nella sede della Comunità Evangelica Luterana di Trieste (via San Lazzaro, 19) la mostra dei quadri del pittore triestino Guido Percacci, che sarà introdotta sul piano critico dall’arch. Marianna Accerboni. In mostra quasi una sessantina di dipinti a olio realizzati dal 1952 al 1995 e dedicati al ritratto, al paesaggio e alla natura morta. Riccardo Percacci, nipote dell’artista, eseguirà alla chitarra alcune composizioni del nonno, che è stato anche valente musicista e compositore (fino al 19 luglio / da martedì a venerdì 10 / 12.30 • mercoledì e sabato 17 / 19).

 

Danzano le note nella vita di Guido Percacci - scrive Marianna Accerboni - accompagnate da tocchi di colore e di luce. La grande passione per la musica, ereditata dalla madre violinista, trova un contrappunto nella pittura, che si dilata nel momento in cui, a soli 43 anni, lascia la sua amata band di musica leggera, il “Carillon”, di cui era il leader e con cui aveva girato per vent’anni l’Europa, per far ritorno a Trieste.

La stessa finezza d’intenti e d’espressione che il musicista inserisce nelle sue composizioni e negli arrangiamenti della grande musica leggera italiana, spesso ispirati al jazz, compare anche nella sua pittura, tesa a raccontare e interpretare, vuoi il paesaggio o il ritratto così come la natura morta, con eleganza, proprietà e professionalità, senza mai salire di un tono sopra le righe.

Un talento naturale quello di Percacci, conscio della necessità di educarne gli esiti, così nella musica come in pittura. Le composizioni di fiori, frutta e pesci sono fini e felici, sia sul piano compositivo che cromatico, e altrettanto i paesaggi. L’Engadina ha la sua luce cristallina ma lievemente algida, vi si intuiscono i tramonti precoci; il Nord Europa, le sue brume e i suoi silenzi, il Carso, la sua solitaria riservatezza, Francavilla, la sua luce quasi mediterranea…ma il vero cavallo di battaglia è rappresentato dal ritratto, arte difficilissima e rara.

Percacci, temperamento umano ed esuberante, colloquia attraverso la pittura con le persone che ritrae, sa istintivamente aprire lo scrigno dei segreti che ognuno di noi cela. Ma lo fa con delicatezza. Come nel caso della moglie Vera, di cui descrive la riservatezza e la serietà con pochi ineccepibili tratti mentre con la nipotina Fabrizia quasi “gioca”, inserendo nel ritratto, secondo la moderna tecnica del collage, i piccoli disegni della bambina; mentre per Sepp, il restauratore austriaco di tetti - giunto a Trieste per sistemare quello della chiesa Evangelica Augustana, cui il pittore e la famiglia appartengono - che è anche un appassionato scalatore, tende con il pennello una corda tra due campanili a bulbo, su cui l’alpinista veleggia, appeso.

Simbolista, scherzoso, talvolta al limite dell’iperrealismo, l’artista ci dona in pittura e nelle composizioni musicali e negli arrangiamenti, la propria naturale inclinazione al sorriso, che convive però con il rigore.

Attraverso il sorriso - conclude Accerboni - ha saputo mitigare nella sua vita anche qualche accenno di malinconia, come accade nei “Menestrelli ciechi”, dipinti nel ’79 dopo l’abbandono delle sue tournée musicali in Europa. Un altro stile - l’espressionismo figurativo - si affaccia allora nella sua arte sempre solare e amabile, passione che lo ha accompagnato per tutta la vita, anche nei viaggi più lontani.

 

Guido Percacci (Trieste 1928 - 2012), chitarrista, leader di un’orchestra da ballo e compositore di canzoni e brani per chitarra, si è dedicato con molta passione per tutta la vita anche alla pittura. All’inizio degli anni ’50 aveva frequentato per un periodo a Trieste l’atelier del pittore verista Walter Falzari, friulano d’origine, che dal ’41 al 1960 aveva affinato il talento di molti artisti triestini e goriziani nella scuola ereditata da Giovanni Zangrando.

Falzari gli riconobbe subito uno spiccato talento ritrattistico. Gli impegni musicali tennero tuttavia Percacci lontano dalla città natale fino al 1971, ma l’artista continuò a dipingere intensamente anche nel corso delle sue tournée all’estero, testimoniandone i luoghi, soprattutto la Svizzera e la Scandinavia. Lasciato il proprio complesso musicale e ristabilitosi a Trieste all’inizio degli anni Settanta, continuò fino all’ultimo periodo della sua vita l’attività pittorica e musicale, dedicandosi alla didattica e alla liuteria, nel cui ambito costruì e restaurò diverse chitarre e mandolini.

 

DOVE: Comunità Evangelica Luterana • via S. Lazzaro,19 • 34122 Trieste

QUANDO: 7 giugno - 19 luglio 2017

ORARIO: da martedì a venerdì 10 / 12.30 • mercoledì e sabato 17 / 19

A CURA DI: Marianna Accerboni

CATALOGO: no

INFO: +39 335 6750946

 

Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione

B

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