COMUNICATO STAMPA
I COLORI DELLA MIA VITA: MOSTRA ANTOLOGICA DELLA PITTRICE LUISIA COMELLI LALOVICH ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE
S’inaugura sabato 3 ottobre 2015 alle ore 18.30 alla Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza Unità d’Italia 4) la mostra antologica della pittrice Luisia Comelli Lalovich, intitolata I colori della mia vita, che sarà introdotta da Marianna Accerboni con lettura delle opere di Giancarlo Bonomo.Inesposizioneuna trentina di oli su tela e su tavola realizzati dal 1953 a oggi accanto a xilografie degli anni ‘50. Fino al 21 ottobre (orario: feriale e festivo 10 · 13 / 17 · 20/ info 335 6750946).
Un espressionismo - scrive Accerboni - solare e intenso rappresenta la cifra determinante della pittura di Luisia Comelli Lalovich, il cui filo conduttore è sostanziato dalla luce, da un acceso cromatismo, da un segno morbido ma deciso e da quel blu onnipresente, che rammenta la natura di mare e di cielo, in cui si colloca l’esistenza quotidiana e di lavoro dell’artista.
Le sue opere sono una continua sorpresa e scoperta. Luisia, in arte Luis, apre il prezioso scrigno della propria creatività e ne escono, quali doni variegati e coinvolgenti, dipinti realizzati d’istinto, ma dietro i quali s’intuisce una meditata assimilazione dei valori umani della vita, che si esprime nei ritratti e negli autoritratti densi di carattere e di partecipazione, d’intuizione e di affondo psicologico, di rapida declinazione del proprio sentimento e del gesto pittorico nell’atto di raccontare una vita. Un istinto che l’accompagna - intelletto assorto e
contemplativo - davanti al mistero del mare e dell’esistenza, recepita e affrontata con pacata
padronanza delle situazioni e nel contempo con passione.
Ed ecco il paesaggio: mare, luna e cielo, avvolti dal vento ma anche dai fiori, gabbiani attenti come sentinelle del sentimento e il sogno di una luce stupenda, che prende spunto dalla realtà per sublimarsi e travalicarla. Attraverso l’energia del gesto e un cromatismo condotto istintivamente al limite del fauvismo, Luisia trae dalla cultura del gesto espressionista gli aspetti d’immediatzza, di libertà del fare pittorico, d’intensità e d’introspezione, tralasciando tuttavia il movente drammatico che caratterizzò le origini del movimento nl Nord Europa e innestando in tale tendenza pittorica ed emozionale un’armonia compositiva propria della cultura mediterrane, anche se un romantico sentire e una sottaciuta sensibilità poetica ci accompagnano con pudore verso l’orizzonte.
Quando penso a Luisia Comelli - scrive Bonomo - mi piace citare la collocazione linguistica 'espressionismo cordiale' – coniata a suo tempo dal compianto Molesi, che ne apprezzò le doti pittoriche – per definire non solo la sua pittura pastosa, pacificante ed incisiva, ma anche un tratto umano fondamentale che la caratterizza, la cordialità appunto. Un aspetto che ha guidato sempre la sua vita ed è traducibile con quel sorriso fiducioso che illumina il volto dai tratti dolcemente esotici, e che trasmette serenità nonostante i momenti obliqui che sovente la vita dispone quasi per metterci alla prova. Nel cuore di Luisia ho sempre trovato la gioia sincera dell'incontro, la voglia di condividere l'irripetibilità di un attimo, di una sensazione. Ma con la sincerità che solo il Cuore autentico conosce e fa trasparire negli infiniti bagliori di uno sguardo, di un'espressione distesa. Custodisco la memoria di tante occasioni ed appuntamenti d'arte in cui ho ritrovato questo insieme di percezioni, accorgendomi che, tutto sommato, l'arte stessa era solo un pretesto per poter vivere quell'unicità sincera che il tempo regalava 'hic et nunc'. Ed è sempre stato stimolante, poi, ricercare queste peculiarità umane nei colori intensi delle sue 'paste' generose, nei movimenti del mare, nell'impeto dei venti. Ecco, in tanti momenti ho ritrovato Luisia anche lì, nella pennellata inattesa, curvilinea, determinata, in una sorta di corrispondenza animica, quasi l'arte fosse il suo 'Alter' non solo eloquente ma anche necessario per compiere la missione esistenziale. Infatti l'arte rivela molto di chi la crea all'occhio che sa non solo guardare ma anche 'vedere' oltre, aldilà del reale e del preordinato. Nel nostro ambiente si dice che l'arte può salvare la vita di chi la produce o di chi la guarda. Non so se questo sia vero in assoluto ma, per certi versi, mi piace crederlo. Sicuramente per Luisia è stata una stella polare da seguire con incrollabile fiducia e rigoroso impegno, splendente in quel cielo immenso che Van Gogh – suo grande maestro di stile – ha saputo consacrare nella rappresentazione di brevi giorni e lunghe notti della sua tormentata vita.
DOVE: Sala Comunale d’Arte · Piazza Unità d’Italia 4 · Trieste
QUANDO: 3 · 21 ottobre 2015
ORARIO: feriali e festivi 10 · 13 e 17 · 20
A CURA DI: Marianna Accerboni e Giancarlo Bonomo
CATALOGO: no
INFO: 335 6750946 / http://www.mariannaaccerboni.com
Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione