L’arte contemporanea della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles: cinque personali di altrettanti valenti artisti del territorio all'Ufficio di Collegamento della Regione FVG della capitale belga.
Dal 12 settembre 2024 al 21 febbraio 2025.
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https://lc.cx/_5BAZQCinque appuntamenti con l’arte contemporanea della Regione Friuli Venezia Giulia, dedicati ai pittori friulani Claudio Mario Feruglio, Toni Zanussi e Giorgio Celiberti, al triestino Edoardo Devetta e all’istriano Livio Rosignano, avranno luogo dal 12 settembre 2024 al 21 febbraio 2025 all’Ufficio di Collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles.
Il ciclo espositivo prende il via 12 settembre alle 19 con le personali, allestite in contemporanea, dei maestri Feruglio e Zanussi. All’inaugurazione avrà luogo una sonificazione dell’opera d’arte con performance di musica elettronica del Maestro Giuseppe Perrella e con la possibilità di interagire da parte del pubblico.
A seguire la mostra personale di Giorgio Celiberti (8.11 – 31.12.2024) e le personali di Edoardo Devetta e Livio Rosignano (16.1 – 21.2.2025), quest’ultime due allestite in contemporanea.
Tutte le inaugurazioni avranno luogo alle 19.
Ogni artista sarà presente con una trentina di opere che ne ripercorreranno, in una sorta di sintetica antologica, la sperimentazione e l’evoluzione creativa: in mostra in totale circa 150 opere tra dipinti, disegni, incisioni e sculture, mai esposti in Belgio.
La mostra sarà aperta in via eccezionale sabato 14 e domenica 15 settembre dalle 11 alle 18, essendo stata inserita dalla Città di Bruxelles nel Programma “Heritage days urban Brussels” assieme ad altre importanti realtà artistico-culturali e architettoniche della capitale.
Il ciclo di mostre, intitolato LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA A BRUXELLES ATTRAVERSO I SUOI ARTISTI, rappresenta la seconda tappa del progetto espositivo L'arte della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles, ideato e curato da Marianna Accerboni con il fine di offrire nel cuore d’Europa un quadro sintetico ma esaustivo della creatività e della particolare realtà artistico culturale della Regione, territorio di confine situato tra Austria e Slovenia, attraverso alcuni dei suoi protagonisti più rappresentativi, che incarnano diverse tendenze e linguaggi. La prima tappa era rappresentata dalla rassegna L’arte triestina al femminile nel ‘900 d’avanguardia italiano ed europeo (protagoniste Leonor Fini, Maria Lupieri, Maria Melan, Anita Pittoni e Miela Reina) conclusasi con grande successo il 31 luglio all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
Le rassegne sono caratterizzate da un taglio multimediale, costituito da un intreccio molto contemporaneo tra arte visiva, musica e luce con proiezioni luminose e performance musicali e, dopo Bruxelles, saranno trasferite in altri Istituti di Cultura e sedi istituzionali italiane nel mondo e a Trieste.
Concept
“Le personali di Feruglio, Zanussi e Celiberti hanno nel complesso l’intento di porgere una visione per sommi capi della vis creativa di tali autori - scrive la curatrice Marianna Accerboni – e quanto più esaustiva possibile dell’arte del Friuli, i cui protagonisti sono da sempre radicalmente legati alla terra e quindi alla natura. Fatto che induce sì al concetto di concretezza, ma anche a quel sentire bucolico, magico e onirico, che la natura stessa offre a chi sa ascoltarla. In tale contesto verranno esposte anche le opere del triestino Edoardo Devetta, pittore di valore (espose pure alla Biennale di Venezia) anche se oggi un po’ dimenticato, fatto che per altro può costituire un elemento di ulteriore curiosità e interesse nei suoi confronti; e le opere dell’istriano Livio Rosignano (attivo poi a Trieste, ma mai dimentico della sua terra), che testimonia con la sua origine un’altra sfera artistico culturale ben presente nella realtà triestina e della Regione Friuli Venezia Giulia.
In mostra la sensibilità religiosa, tradotta in una pittura di luce, dell’udinese Mario Claudio Feruglio,
la magica, surreale laicità di Toni Zanussi, che opera arroccato nell'alto Friuli, sul Monte Stella; l'icastico e poliedrico messaggio di Giorgio Celiberti; il raffinato percorso verso l'astrazione e le brillanti intuizioni cromatiche del triestino Edoardo Devetta e il valente guizzo e l’intenso gesto pittorico espressionista, ma nel contempo neoromantico, di Livio Rosignano, artista giuliano di origine istriana, legato alla natura di terra e di mare delle sue origini”.
In tale percorso la curatrice Marianna Accerboni intende testimoniare attraverso una breve selezione di valenti artisti del Friuli Venezia Giulia, l'anima e la cultura composita di questa regione, che non è solo speciale sotto il profilo amministrativo, ma lo è anche sotto quello culturale e artistico per i molteplici intrecci e le numerose influenze che ne sottendono la storia e l’anima di territorio di confine.
Sarà inoltre promossa, attraverso incontri mirati con i giovani artisti belgi e le scuole belghe, un’opera di sensibilizzazione focalizzata sull’arte di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia con la possibilità da parte dei giovani e giovanissimi artisti e alunni di esporre a Trieste e nella Regione FVG e per i giovani giuliani e friulani di esporre in Belgio, creando una corrente di mutuo scambio culturale tra i due Paesi anche attraverso concorsi a tema sul nostro territorio (come già accaduto per altre mostre organizzate da Accerboni a Bruxelles).
Dichiarazioni
“Come Amministrazione regionale – afferma il Governatore della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga - stiamo investendo risorse importanti per sostenere la diffusione dell’arte e della cultura. La mostra che fa conoscere a livello europeo alcuni apprezzati artisti del nostro territorio è motivo di grande soddisfazione. Anche con iniziative di questa portata vogliamo svelare l'anima della nostra regione, una terra che ha una forte vocazione internazionale e che da sempre rappresenta un ponte di collegamento con gli altri Paesi europei e con il mondo intero. Siamo estremamente orgogliosi che la bellezza espressa da questi artisti nati e vissuti in Friuli Venezia Giulia possa diventare patrimonio di quella casa comune che deve essere l’Unione europea”.
“Il nostro sistema di produzione artistica e creativa – precisa l’Assessore alle autonomie locali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti - supera il 5 per cento dell’economia dell'intera Regione per un valore che sfiora i 2 miliardi di euro. L’industria culturale del Friuli Venezia Giulia dà inoltre lavoro a oltre 31mila addetti. Numeri significativi che testimoniano quanto questi settori siano strategici per la vita della nostra comunità. Un territorio, dove convivono comunità linguistiche diverse, che ospita costantemente grandi manifestazioni e si sta preparando a organizzare Go!2025, l’evento che vedrà Nova Gorica e Gorizia diventare - insieme - Capitale europea della cultura. Portare testimonianze artistiche di indiscusso valore a Bruxelles, nel cuore dell’Europa, è pertanto il miglior biglietto da visita per la nostra regione”.
“Le mostre dedicate agli artisti della Regione Friuli Venezia Giulia – spiega la curatrice Marianna Accerboni - compendiano lo sguardo al femminile proposto dalle artiste triestine, svelando l’animo poliedrico di una regione di confine in cui s’intrecciano idiomi e culture diverse, che ne costituiscono la ricchezza e il fascino unico. Se le artiste triestine hanno svelato i germi e l’attrazione biunivoca per un’avanguardia di natura internazionale, inquieta, indipendente e che trae linfa da viaggi e spostamenti continui, gli artisti di Trieste, dell’Istria e del Friuli testimoniano invece una solidità creatività molto legata alla terra e alle tradizioni e fortemente radicata nel territorio, seppure sensibile alle avanguardie coeve: due facce di un’unica medaglia che si rispecchiano l’una nell’altra, completandosi a vicenda”.
Partner e sponsor
Il progetto espositivo è promosso e sostenuto da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Associazione Foemina APS di Trieste e realizzato in coproduzione con Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, con il patrocinio del Comune di Trieste, media partner Il Piccolo, quotidiano di Trieste, e in collaborazione con Associazione Giuliani nel Mondo e il suo Circolo di Bruxelles, Ente Friuli nel Mondo e Fogolâr Furlan di Bruxelles e il contributo di Fondazione CRTrieste, Ciaccio Arte - Big Broker Insurance Group (Milano), Francesco Katalan casa di spedizioni S.r.l. (Muggia, Trieste), Azienda Agricola Zidarich (Trieste), Rotary Club Trieste Alto Adriatico, Famiglia Melan Bruxelles, Biesse Forniture elettriche Studio Luce, Videoest Trieste, Grafica Goriziana.
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Approfondimento a cura di Marianna Accerboni
Gli artisti
Mario Claudio Feruglio (Udine 1953), pittore
Sala mostre / 12 settembre (inaugurazione ore 19) - 31 ottobre 2024
All’inaugurazione avrà luogo una sonificazione dell’opera d’arte con performance di musica elettronica del M° Giuseppe Perrella e con la possibilità di interagire da parte del pubblico.
Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, in più di cinquant’anni ha tenuto mostre personali in musei, gallerie private e prestigiose istituzioni pubbliche in tutto il mondo. Tra queste, la Biennale di Venezia, il Museo Villa Merkel a Esslingen in Germania, il Museo Archeologico nazionale di Firenze, il Museo FAD di Barcellona, la Sala Rosa dell’Università degli Studi di Siena, il Museo Diocesano e le Gallerie del Tiepolo a Udine.
I suoi dipinti, realizzati secondo una tecnica ineccepibile, intrisi di sensibilità e di intensi contrappunti luministici, affascinanti ma non estetizzanti, sono ispirati alla poetica del silenzio e inducono all’ascolto interiore. La sua ricerca di trascendenza è, fin dagli esordi, tema fondante della propria opera: un’arte sospesa tra rigore, lirismo e percezione dell’infinito, con un battito d’ali che tocca e coinvolge il sentire collettivo. Avvalendosi di un cromatismo intenso, impreziosito da molteplici velature e simbiotico in relazione alle predilezioni espressioniste, Feruglio costruisce con abile tocco un ponte di luce tra realtà e infinito, tra individuo e universo, con intuizioni poeticamente e intellettualmente elevate, che addolciscono la vitalità graffiante propria dell’espressionismo secondo una vena neoromantica molto attuale ed emozionante. La sua arte rappresenta una riflessione di natura intimista, che eleva la sua ricerca pittorica al livello di spazio etico, rendendoci tutti partecipi della sua concentrata introspezione di apertura universale
Toni Zanussi (Qualso, Udine 1952), pittore
Orangerie / 12 settembre (inaugurazione ore 19) - 31 ottobre 2024
All’inaugurazione avrà luogo una sonificazione dell’opera d’arte con performance di musica elettronica del Maestro Giuseppe Perrella e con la possibilità di interagire da parte del pubblico.
Rimasto precocemente orfano dei genitori, si imbarcò giovanissimo su navi da crociera, formandosi sotto il profilo artistico nel corso dei suoi viaggi. Autodidatta, è stato molto apprezzato dal grande critico Gillo Dorfles, che lo definì Pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta. Da oltre quarant’anni le sue opere sono raccontate da molti scrittori e intellettuali ed esposte in giro per il mondo, da Venezia a Parigi, dove raccolgono successi sempre crescenti.
Armoniosa sintesi tra sperimentazione estetica e concettuale ininterrotta, raffinata ricerca cromatica, accesa ma nel contempo sobria, e forte volontà di esprimere il proprio impegno civile, - scrive Accerboni - l’arte poetica di Zanussi veicola un messaggio di pace, quale mezzo espressivo universale per combattere chiusure ideologiche e ingiustizie sociali: un ricco immaginario, stilato secondo una cifra molto personale, equilibrata e sottilmente dinamica, che genera una pittura astrale, sgorgata dal cuore di un artista buono, intenso e riservato, dal gesto pittorico incantato.
I suoi lavori ci parlano del reale, trascendendone il significato e idealizzandolo attraverso simbolismi iconici e di speranza e collocandosi nell’ambito di quel filone espressivo orientato a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche, metafisiche e surreali, che ha caratterizzato, in nome della libertà, buona parte dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò per arrivare alle forme organiche dell’architetto statunitense Frank Gehry.
Giorgio Celiberti (Udine 1929), pittore e scultore
Sala mostre e Orangerie / 8 novembre (inaugurazione ore 19) - 31 dicembre 2024
In occasione del 95° compleanno dell’artista.
Considerato tra i più grandi protagonisti dell’arte italiana, è autore di un’estetica al di fuori del tempo. Opera in un vastissimo studio/ laboratorio nel cuore della città natale, dove da decenni riesce a raccontare in modo personalissimo la tragedia della vita ma anche a trasformare e a elevare magicamente un oggetto di uso comune a multiplo d’arte, destando interesse e stupore per la sua capacità d’intrecciare in esso creatività, funzione e un pizzico d’ironia. Conta 76 anni di attività a partire dalla storica Biennale di Venezia del ’48, la prima del dopoguerra. Ha iniziato il suo percorso artistico studiando con Emilio Vedova ed esponendo in seguito nelle più prestigiose manifestazioni artistiche in Italia e all’estero. La sua creatività è caratterizzata da un forte impegno nel custodire e tramandare la memoria attraverso le opere d’arte come accadde per esempio per la tragedia dei bambini ebrei internati e morti a migliaia nel campo di concentramento nazista di Terezin vicino a Praga: un simbolismo essenziale e crudo, che incide la materia di graffi e segni, racconta una vicenda lacerante, ma in esso codici e segnali d’amore, espressi attraverso una gestualità decisa, intensa e fortemente allusiva, lanciano un messaggio di speranza e di luce. Una sperimentazione inarrestabile - espressa attraverso i materiali più vari, dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all’affresco – in cui l’esperienza di Terezin ha generato una svolta determinante.
Edoardo Devetta (Trieste 1912 – 1993), pittore
Orangerie / 16 gennaio (inaugurazione ore 19) - 21 febbraio 2025
Schivo, riflessivo, autodidatta, è stato autore di un linguaggio indipendente, intenso e nel contempo delicato, attraverso cui ha saputo testimoniare in modo personale le istanze di rinnovamento palesatesi nella prima metà del Novecento, a cavallo del secondo conflitto mondiale e nel dopoguerra. In contatto con le avanguardie coeve più significative come il Gruppo degli Otto (Basaldella, Birolli, Corpora, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova con il critico Lionello Venturi), preferì mantenere una posizione affine e sintonica, ma del tutto autonoma, - come aveva già fatto in passato rispetto ad altri movimenti - conquistando prestigio nazionale, nonostante la riservatezza, le modeste origini famigliari e il particolare isolamento in cui Trieste si era trovata in particolare fino al ’54.
Pittore di qualità, dal tratto sapiente e sensibilissimo, ribadì la propria interpretazione del reale e le sue riflessioni sul mondo della natura, con una sobria eleganza d’avanguardia che, fin dagli esordi, lo avvicinò al migliore milieu artistico-culturale triestino, regionale e poi nazionale. Uno speciale filo d’atarassia e di mite bellezza ha connotato sempre di morbida, luminosa delicatezza tutti i suoi lavori. L’istintivo talento dimostrato nel comporre in modo armonico e contemporaneo cromie suadenti, arricchendole spesso di viva ma equilibrata matericità, nell’interpretare con poetica finezza la lezione francese e nell’evolvere il proprio linguaggio sempre in modo elevato dal figurativo all’informale, gli meritarono la presenza a quasi tutte le Quadriennali romane e alla Biennale veneziana del ’66 e innumerevoli premi e riconoscimenti da parte della critica più accreditata.
Livio Rosignano (Pinguente, Croazia 1924 - Trieste 2015), pittore, scrittore, poeta e critico d’arte d’origine istriana.
Sala mostre / 16 gennaio (inaugurazione ore 19) - 21 febbraio 2025
Temperamento poliedrico, estroso e molto vitale, risiedette fin dall’infanzia a Trieste, dove iniziò a esporre nel 1949. Negli anni Cinquanta si trasferì per un periodo a Milano e qui la Scuola lombarda lo indusse ad attenuare la vivacità coloristica dei suoi dipinti: le accensioni cromatiche post-impressioniste, d’impeto quasi fauve, vennero superate e, in quel periodo giovanile, approdò a una pittura più tonale. Si appassionò molto all'acquaforte e all'illustrazione e, da valente ritrattista, effigiò numerose personalità a Trieste, Roma e Milano. Partecipò a tantissime mostre in Italia e all'estero, tra cui Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Quadriennale di Roma, Premi Michetti, Suzzara e Marzotto, con personali nelle principali città italiane, a Bruxelles, Bucarest, Monaco di Baviera e New York, in Austria e nell’ex Jugoslavia.
Oltre al ritratto, suoi temi prediletti sono stati il paesaggio marino, spesso mosso dalla Bora (forte vento di Nord-Est che soffia verso l’Alto e Medio Adriatico), quello urbano, industriale e di campagna, in cui interpretava con intensità l’Istria, Trieste e il Carso; i meno fortunati (che chiamava “i poveri cristi”); l’intimo sentire dell’uomo colto nel rapporto di coppia o nel silenzio dei caffè storici triestini o in attimi di struggente solitudine e malinconia e la poetica del quotidiano: aspetti della vita interpretati attraverso un espressionismo di grande forza e sottile poesia. Fu premiato in varie mostre nazionali, segnalato al Premio Bolaffi e insignito dal Comune di Trieste del Sigillo Trecentesco.
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L’arte della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles
La Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles attraverso i suoi artisti
DOVE: Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles
Rue du Commerce 49 – 1000 Bruxelles, Belgio
QUANDO: 12 settembre 2024 - 21 febbraio 2025
ORARIO: mattino dal lunedì al venerdì ore 10 – 12
pomeriggio dal lunedì al giovedì ore 15 – 17
(chiuso sabato, domenica e festività)
A CURA DI: Marianna Accerboni
COSTO BIGLIETTO: ingresso gratuito / prenotazione obbligatoria
INFO: uff.bruxelles@regione.fvg.it / website: FVG-Bruxelles
PRENOTAZIONI:
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