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Martedì 7 gennaio 2025 alla Galleria Rettori Tribbio 2 di trieste inaugurazione della mostra Livio Rosignano nel centenario della nascita

Martedì 7 gennaio 2025 alla Galleria Rettori Tribbio 2 di trieste inaugurazione della mostra Livio Rosignano nel centenario della nascitaA

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Martedì 7 gennaio 2025 alla Galleria Rettori Tribbio 2 di trieste inaugurazione della mostra Livio Rosignano nel centenario della nascita

Martedì 7 gennaio 2025 alle 18 s’inaugura alla Galleria Rettori Tribbio 2 di Trieste (piazza Vecchia 6) la rassegna Livio Rosignano nel centenario della nascita (Pinguente, Istria 1924 – Trieste 2015), promossa da Paolo Rosignano, nipote dell’artista, e curata da Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione: in mostra più di una trentina di opere, in prevalenza oli ma anche preziose acqueforti, realizzate tra gli anni ’50 e i 2000, che ripercorrono l’evoluzione artistica e la poliedrica sperimentazione dell’artista. Fino al 17 gennaio (orario: da martedì a sabato feriali 10 · 12.30 e 17 · 19.30 / domenica 10 · 12 / lunedì e festivi chiuso / info +39 347 0795016).

Nasceva il 20 novembre 1924 a Pinguente, - scrive Accerboni - cittadina della valle del fiume Quieto, già sede del potere della Repubblica di Venezia nell'entroterra istriano, Livio Rosignano, uno dei pittori più importanti e interessanti del secondo Novecento a Trieste e nella Regione FVG, che espose in sedi d’eccellenza in tutto il mondo.
A cent’anni dalla nascita, si apre alla Galleria Rettori Tribbio una rassegna che, promossa dal nipote Paolo Rosignano e curata da Marianna Accerboni in forma di essenziale antologica, ne ricorda l’evoluzione artistica e la personalità anche attraverso un video autobiografico: in mostra un’esaustiva selezione, dagli anni Cinquanta ai Duemila, della poliedrica creatività del pittore, che espose in spazi prestigiosi in tutto il mondo. Saranno visibili una serie di tematiche molto vicine alla natura e al tema sociale, spesso presenti nelle sue opere: il paesaggio carsico e il vento, quello urbano con le sue a volte squallide ma anche romantiche periferie, le marine e le campagne con reminiscenze dell’amata Istria; i “poveri cristi” (come lui chiamava i protagonisti di un’esistenza disperata), narrati attraverso un espressionismo non lontano dall’intensità estrema di Bacon e di Sutherland, e la solitudine; il quotidiano, la fabbrica, l’amore e il rapporto di coppia, gli amici artisti, le “belle di notte”, la bohème triestina e i meravigliosi voli pindarici di Livio, che sapeva anche astrarsi dalla realtà per scivolare in un mondo simbolico e onirico intriso di un poetico, personale sentire. Come accade per esempio nel dipinto “L’uomo è prigioniero”, in cui si autorappresenta nel suo studio avvolto metaforicamente in un volo di bianche colombe…
Autore di più di 3.500 dipinti a olio e di oltre 17.000 incisivi disegni e illustrazioni a penna, matita, carboncino, biro, inchiostro e tecnica mista, produsse anche numerose acqueforti, alcune esposte in mostra. Una tecnica, quella calcografica, cui si appassionò grazie all’incontro con Carlo Sbisà, promotore, nell’ambito dell’Università Popolare, della storica Scuola libera di acquaforte.
Trasferitosi a Trieste all’età di quattro anni, per ragioni di lavoro del padre, vi rimase sempre molto legato, iniziando a esporre nel 1949. All’Istituto Nautico fu molto incoraggiato dal suo professore di disegno, Giovanni Giordani. Trasse poi profitto dall’intenso sodalizio con colleghi più anziani quali Adolfo Levier, Romano Rossini e Vittorio Bergagna e dai corsi di nudo di Edgardo Sambo al Museo Revoltella.
Ritenendo tuttavia che la Trieste degli anni Cinquanta non gli fornisse stimoli sufficienti, partì per Milano. Se, in seguito alla frequentazione di Levier, affinò la sua intensa sensibilità cromatica, la Scuola lombarda lo indusse ad attenuare la vivacità coloristica che gli era propria: le accensioni cromatiche espressioniste, d’impeto quasi fauve - conclude Marianna Accerboni -, vennero così superate e Livio approdò a una pittura più soffusa e tonale.

Partecipò a numerosissime mostre di prestigio in Italia e all’estero: Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Quadriennale di Roma, Premi Michetti, Suzzara e Marzotto, Mostra del Po, Triveneta di Padova. Tiene personali nelle principali città italiane, all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, a Bucarest, Monaco di Baviera, New York, Austria, ex Jugoslavia. In Friuli Venezia Giulia vanno segnalate in particolare le antologiche a Gorizia (1971), Udine (1976, 1979, 1998), a Trieste a Palazzo Costanzi (1978), al Museo Revoltella (1995, 2009) e al Palazzo del Consiglio regionale (2010) e a Muggia alla Galleria d’arte G. Negrisin (2011). Premiato in più mostre nazionali, segnalato al Premio Bolaffi, è stato insignito dal Comune di Trieste del Sigillo Trecentesco.

Artista colto e penna fine, fu anche critico d’arte, scrittore, poeta e collaboratore di varie testate giornalistiche: La voce dei giovani, Il Gazzettino, Il Piccolo e Trieste Oggi. Ha pubblicato i libri Dieci pittori triestini (Italo Svevo, 1974), Feldpost 15843 (Del Bianco, 1980), Un altro Natale (Borsatti, 1981), Una giovane vita (Italo Svevo, 1993), Fiori gialli senza nome (Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, 1995), Il comunista di San Giacomo (Tipografia Triestina, 2010).
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Marianna Accerboni, Enzo Bettiza, Stelio Crise, Dino Dardi, Mario De Micheli, Lina Galli, Decio Gioseffi, Claudio Magris, Biagio Marin, Cesare Sofianopulo, Dino Villani, Demetrio Volcic.

DOVE: Galleria Rettori Tribbio · Piazza Vecchia 6 · 34121 Trieste
QUANDO: 7 · 17 gennaio 2025
ORARIO: da martedì a sabato feriali 10 · 12.30 e 17 · 19.30 / domenica 10 · 12 / lunedì e festivi chiuso
A CURA DI: Marianna Accerboni
INFO: +39 349 542 7579 / +39 347 079 5016
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