COMUNICATO STAMPA
SABATO 19 NOVEMBRE 2016 AL PALAZZO VESCOVILE DI TRIESTE PRESENTAZIONE DEL DITTICO SULL’ANNUNCIAZIONE REALIZZATO DALL’ARTISTA PAOLO MARANI PER IL SALONE DELLE UDIENZE
Sabato 19 novembre 2016 alle 11 al Palazzo vescovile di Trieste (via Cavana 16, 1° piano) avrà luogo, alla presenza di S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, l’inaugurazione del dittico dedicato al tema dell’Annunciazione, realizzato dall’artista Paolo Marani per il salone delle udienze. Commento critico di Marianna Accerboni e introduzione musicale di Ennio Guerrato alla chitarra e Aurora Roiaz all’arpa.
Le due opere create da Paolo Marani (Monfalcone 1946) per il Vescovado conciliano tradizione e modernità. - scrive Accerboni - Le figure dell’Angelo annunciante e della Vergine Maria sono infatti delineate dall’artista seguendo i canoni della figurazione classica e simbolica che definiscono tale evento nell’iconografia storica. L’autore tuttavia - polivalente di natura per essersi espresso nel corso della sua attività come scultore e vignettista-caricaturista di grande efficacia per le pagine de Il Piccolo di Trieste - ha saputo innescare sulla tela una sorta di emozionante coup de théâtre reso mediante il grande bagliore di luce che fa da sfondo intenso e coinvolgente alle due opere, rappresentandone pure il comun denominatore, ossia la presenza divina simbolizzata appunto dall’elemento luministico.
Una tecnica ad acrilico, ammorbidita e implementata da tocchi di pastelli acquerellabili e velature, cattura il fruitore attraverso colori vivaci e gioiosi, ma declinati con discrezione. Classici e misurati anch’essi, però freschi e non òvvi negli accostamenti eleganti e delicati. Per rappresentare la felicità di una nuova vita che nasce e che vita: Gesù!
“Ho guardato agli antichi, rivisitandoli attravrso un lessico cntemporaneo” spiega Marani “e puntando soprattutto sul concetto di luce”.
Quanto alle mise dei protagonisti, solitamente abbigliati secondo la moda dell’epoca del dipinto, l’artista ha scelto una sobrietà molto vicina all’epoca di Cristo e un’ambientazione senza tempo, fatta appunto di luce e lontana dall’agiografia classica, che solitamente s’ispira al paesaggio o alla stanza della Madonna.
Nel dipinto è simboleggiata la Trinità: compare infatti una colomba, che universalmente rappresenta il simbolo dello Spirito Santo e la Madonna è ritratta mentre alza una mano e, chinando il capo, accetta il destino che le viene riservato. L’altra mano è invece stretta al seno, quasi a proteggere la nuova vita che è in lei, cioè il Cristo. Il padre onnipotente è invece rappresentato dal globo di luce. Una lama di luce percorre infine la parte inferiore delle due tele - conclude Accerboni - separando il terreno dall’ultraterreno, tant’è che la Madonna si appoggia sul terreno e crea un ombra, ma non così l’angelo, che è puro spirito.
Paolo Marani è presente dal 1966 a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero. Ha esposto al Palazzo Nazionale delle Esposizioni di Roma, Museo Ricci Oddi di Piacenza, Museo Revoltella di Trieste e nelle Gallerie Nuovo Spazio di Venezia, Leonardo di Milano e Certaldo di Firenze. Una rassegna di sue opere, raccolte dall'Istituto Italiano di Cultura, è divenuta itinerante nei paesi dell'est Europa ed è stata allestita, tra l'altro, nelle capitali di Slovenia, Croazia, Ungheria e Romania.
Presente in Austria con mostre a Vienna, Graz, Berchtesgaden e all' Interart di Salisburgo, ha esposto in Cina, Hong Kong, in Australia a Sydney, Melbourne e Adelaide, Miami e New York,
Califomia e opere sue si trovano a Danvile, Alamo e Rancho Santa Margarita, nel South Dakota a Belle Fourche e nel New Jersey alla Princeton University.
Nell’ambito del XX° Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste gli viene dedicata la rassegna Paolo Marani – Cento opere inedite. Alla fine degli anni ottanta realizza una serie di sculture in bronzo per la Cappella del Palazzo Arcivescovile di Trieste.
Per molti anni nella commissione della Sala comunale d'arte, dal 1978 è componente del Curatorio del Civico Museo Revoltella e per oltre un decennio è stato presidente dell'Associazione Regionale Sindacato degli Artisti Pittori, Scultori ed Incisori.
In occasione delle celebrazioni per il venticinquennale del San Giusto d’oro, l’Associazione Cronisti Giuliani gli ha conferito un riconoscimento per la sua attività artistica.
Attualmente è il responsabile per le Arti Figurative della Fondazione Caraian.
Si è occupato di satira politica e i suoi lavori sono stati pubblicati su riviste, e quotidiani nazionali. Nel 1990 il quotidiano Il Piccolo di Trieste inizia a pubblicare giornalmente le sue vignette di satira. Ha collaborato con la RAI in trasmissioni dedicate alle elezioni, disegnando in diretta il suo commento satirico. Ha realizzato copertine per libri, disegnato cartoni animati e collaborato alla realizzazione di spot pubblicitari.
INAUGURATO DAVANTI A UN FOLTO PUBBLICO AL PALAZZO VESCOVILE IL DITTICO DELL'ARTISTA PAOLO MARANI
Suggestiva e toccante cerimonia al Palazzo vescovile di Trieste per l’inaugurazione, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Giampaolo Crepaldi e di un folto e qualificato pubblico, del dittico dedicato al tema dell’Annunciazione, realizzato dall’artista Paolo Marani per il salone delle udienze. Dopo il saluto dell’avv. Sergio Pacor e l’introduzione musicale di Ennio Guerrato alla chitarra e Aurora Roiaz all’arpa, Crepaldi ha tra l’altro sottolineato l'analogia tra il messaggio visivo che dal dittico emerge con il messaggio che promana dalle parole dell'evangelista Giovanni, che nel prologo al versetto 9 così annuncia l'incarnazione del Verbo: "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo".
E la luce è effettivamente protagonista ed elemento fondamentale di modernità - ha spiegato l’arch. Marianna Accerboni - in un’opera che coniuga con equilibrio ed eleganza l’iconografia classica del passato e l’intuito essenziale e concettuale del linguaggio artistico contemporaneo, avvalendosi per altro di un’ambientazione senza tempo”.
“Per me che sono un pittore moderno immaginare e dipingere quest’opera è stata una vera sfida.” ha detto l’artista “Sebbene sia divisa in due tavole, in realtà essa nasce per essere vista unita, in quanto forma al centro un globo di luce che rappresenta il Padre, che con gli altri soggetti va a simboleggiare la Trinità”.
Un dittico significativo, realizzato ad acrilico e gessetti acquerellabili, che suggerisce un modo nuovo d’interpretare il sacro, molto apprezzato dal pubblico presente. E che - secondo Accerboni - fa pensare alla frase di Dostojevski che dice “Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma neppure esistere senza la Bellezza”. Perciò va un grazie alla Chiesa per il sostegno agli artisti e per il dono della Bellezza che ci aiuta a vivere.
DOVE: Palazzo del Vescovado • via Cavana 16 • 34124 Trieste
QUANDO: sabato 19 novembre 2016
ORARIO: ore 11
CATALOGO: no
A CURA DI: Vescovado di Trieste
INFO: +39 335 6750946
Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione