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GUIDE TURISTICHE VISITE GUIDATE SAVONA, FINALE LIGURE, NOLI, ALBENGA, VARIGOTTI, ALASSIO, ALBISOLA, CASTELVECCHIO R.B., ZUCCARELLO, VILLANOVA, PROVINCIA DI SAVONA Guide Turistiche, Ambientali - Escursionistiche autorizzate dalla Regione Liguria. Accompagnatori turistici, operatori didattici con formazione universitaria. VISITE GUIDATE, ESCURSIONI IN LIGURIA ATTIVITA’ DIDATTICA PER LE SCUOLE

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SAVONA E PROVINCIA

 

 

SAVONA

 

Discreta, quasi schiva, Savona esce dagli schemi dei grandi itinerari, e si propone come una città tutta da scoprire; possiede infatti un ricco patrimonio architettonico, urbanistico, artistico e storico. Dietro un volto ottocentesco, con i lunghi portici rettilinei e le eleganti piazze dal sapore piemontese, si nasconde il borgo antico, affacciato sul suggestivo specchio di mare della vecchia darsena: sono i luoghi cantati con affetto e malinconia dal poeta dialettale Beppin da Cà.

 

Il nucleo primitivo di Savona, fondato sul colle costiero, venne raso al suolo tra il 1542 e il 1544 dalla Repubblica di Genova, per costruire al suo posto la possente fortezza del Priamàr. Sono ancora in corso gli scavi che hanno riportato alla luce i resti della chiesa dei Domenicani e dell’antica Cattedrale. Di quest’ultima il notaio Ottobono Giordano ci ha lasciato una descrizione risalente agli inizi del ‘500, ossia poco prima della demolizione; egli affermava di non aver mai visto una chiesa in posizione più felice: anche oggi i resti dell’abside a balconata, a precipizio sul mare, si affacciano su un vasto panorama verso l’orizzonte e le coste lontane. Attorno vi sono gli scavi archeologici delle Casacce, gli antichi oratori delle confraternite: ognuno era preceduto da un piccolo giardino, una sorta di hortus conclusus che costituiva un invito al raccoglimento. Nella fortezza, che fu trasformata in seguito in reclusorio, fu prigioniero Mazzini, che qui ideò la Giovine Italia (1830-31).

 

L’ascesa al pontificato del savonese Sisto IV (1471-1484) e successivamente del nipote Giulio II (1503-1513) permisero a Savona di affacciarsi alla ribalta della politica internazionale, e di vivere la stagione più intensa di tutta la sua storia, il “Rinascimento roveresco”. Vennero avviati i numerosi interventi edilizi che avrebbero cambiato il volto della città: la munificenza dei Papi della Rovere, segnando i tratti caratteristici della Roma monumentale, si riverberò anche su Savona.

 

Sisto IV, negli anni in cui a Roma  faceva costruire la Cappella Sistina, volle che a Savona venisse eretto un edificio per contenere il mausoleo dei suoi genitori. Nacque così la Cappella Sistina di Savona, edificata da maestranze lombarde nel 1481-83.

Ma il “momento di gloria” durò poco, e Savona, vinta da Genova nel 1528, precipitò nel declino e nel ristagno economico. Per costruire la fortezza del Priamar i genovesi rasero al suolo l’antico centro storico e la stessa Cattedrale; il vescovado si trasferì nella sede attuale, dove esisteva già dal ‘200 un convento di Francescani. I frati cedettero la loro chiesa (che sorgeva accanto alla Sistina, e fu demolita alla fine del ‘500 per realizzare l’attuale Cattedrale), e adattarono la Sistina a Chiesa conventuale. Ma la convivenza non era delle migliori; tra l’altro, data la vicinanza delle due absidi, i canti dei frati disturbavano le celebrazioni in Duomo.

Trasferitisi a Lavagnola, i Francescani continuarono ad occuparsi della Sistina, e, per quanto potevano le loro finanze, della sua manutenzione. Le condizioni della Cappella andarono peggiorando sensibilmente nei secoli, tanto da rendere improrogabili i restauri, promossi tra il 1761 ed il 1764 da Francesco Maria della Rovere, ultimo rampollo della nobile famiglia savonese. Poiché egli aveva gusti “moderni”, cambiò la costruzione quattrocentesca da severa cappella funeraria rinascimentale a fastosa chiesa rococò. Una trasformazione che alcuni “tradizionalisti” non avevano gradito: quel tripudio festoso e vivace di stucchi policromi a motivo floreale, che oggi vediamo in Sistina, era uno stile nato per abbellire i saloni delle ville di campagna dell’aristocrazia del tempo, e faceva da sfondo al clima un po’ frivolo e scanzonato che accompagnava i soggiorni “in villa” dei benestanti dell’epoca. Con una simile decorazione, secondo un testimone dell’epoca, la Cappella aveva perso irrimediabilmente “quel non so che di magnificenza sacra e divota” che la caratterizzava.

 

 

In Cattedrale (1589-1605) sono conservate molte opere d’arte provenienti dal distrutto Duomo sul Priamàr. Tra essi l’“esotico” fonte battesimale in marmo greco, che a lungo si ritenne ricavato da un enorme capitello di arte bizantina. Il coro ligneo della Cattedrale è stato da poco riportato all’antico splendore, dopo un restauro durato 18 mesi. Fu commissionato nell’anno 1500 dall’allora vescovo di Savona Giuliano della Rovere, poi asceso al soglio pontificio con il nome di Giulio II. Sulle tarsie lignee del coro, impreziosite da dettagli in argento e avorio, sono raffigurati la Gerusalemme Celeste ed il Creato (fiori, animali, oggetti, tra cui un particolare modello di clavicembalo che…all’epoca doveva essere ancora inventato!). Nell’attiguo Palazzo Vescovile sono conservati gli appartamenti, con gli arredi originari, occupati da Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone a Savona tra il 1809 e il 1812.

 

Nel centro storico, raccolto attorno alla vecchia darsena, si innalzano torri, come la trecentesca Torretta dedicata a Leon Pancaldo, pilota di Magellano nel primo viaggio di circumnavigazione della terra (“Io son Pancaldo, savonese, che il mondo tutto rivoltai a tondo”). Durante la breve stagione del “Rinascimento roveresco” molte case a schiera medievali vennero accorpate per formare sontuose dimore signorili; ancora oggi nei carruggi su cui si affacciano si diffonde il profumo dei piatti tipici locali, come la farinata e la panissa. Anche il cardinal Della Rovere volle farsi costruire un nuovo palazzo nella città natale, e ne affidò il progetto al grande architetto Giuliano da Sangallo; nacque così un rarissimo esempio di architettura toscana trapiantata in Liguria (1495). 

Gli oratori delle Confraternite savonesi custodiscono le “casse”, i famosi gruppi lignei rappresentanti episodi della Passione, che vengono portati a spalla per le vie del centro la sera del Venerdì Santo.  Con il Concilio di Trento, infatti, le pubbliche flagellazioni di penitenza e le antiche rappresentazioni sacre –  che talvolta  “muovevano più a riso che a devotione” – vennero sostituite da queste casse processionali, in cui i gesti e gli sguardi dei personaggi sembrano fissati con una tecnica quasi fotografica e con una teatralità che ricorda i Sacri Monti piemontesi e lombardi.

L’Oratorio di Nostra Signora di Castello conserva una delle più importanti opere d’arte delle Liguria, il grandioso polittico di Vincenzo Foppa e Ludovico Brea (1487-1490), in cui si respira il tramonto della sensibilità medievale e l’affermazione dell’Umanesimo.

La Pinacoteca Civica ha  trovato degna collocazione nel sontuoso palazzo Gavotti; custodisce capolavori di G. Mazone, V. Foppa, D. Piola, e dei savonesi Guidobono, Brusco e Ratti; la crocifissione di Donato de’Bardi (prima metà del Quattrocento) è considerata un unicum nel panorama del Rinascimento, nonché uno dei più antichi dipinti italiani realizzati su tela.

La visita può concludersi in piazza Mameli, dove ogni giorno, alle ore 18, la campana inserita nel monumento ai Caduti  batte 21 rintocchi – come le lettere dell’alfabeto – per ricordare coloro che si immolarono per la Patria; una tradizione unica in Italia vuole che passanti e veicoli si arrestino e sostino in raccoglimento. 

A Savona, città natale di Papi che hanno vissuto un momento magico della storia dell’umanità, tra Quattrocento e Cinquecento si diradarono le ombre del tardo medioevo e si diffusero i bagliori dell’età moderna: fu la luce del Rinascimento, che forse lo stesso Giulio II contribuì ad accendere.

 

 

GUIDE LIGURIA: 339-4402668  guideliguria@libero.it     http://digilander.libero.it/guideliguria

 

 

 

 

 

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FINALE LIGURE, UN GIARDINO DI PIETRA

Finalborgo, il più interessante dei nuclei storici di Finale, era l’antico Burgus Finarii, fondato alla fine del XII sec. dai marchesi Del Carretto. Lo dominano dall’alto Castel San Giovanni e i resti di Castel Gavone, con l’imponente torre dei Diamanti. Le mura, i palazzi, le chiese lo rendono uno dei centri storici meglio conservati del savonese; da alcuni anni è entrato nel novero dei Borghi più belli d’Italia. Attraverso i Chiostri di Santa Caterina (fine ‘400)  con colonne e capitelli in pietra del Finale,  si può accedere al Museo archeologico: i reperti che vi sono esposti documentano la ricca storia e preistoria del finalese, e si compongono di esemplari che vanno dal Paleolitico inferiore al Medioevo. Dalla caverna delle Fate, sull’altopiano delle Manie, provengono testimonianze ossee neandertaliane e l’imponente scheletro di ursus spelaeus rimontato in una vetrina. Dalla grotta delle Arene Candide è stata riprodotta la sepoltura del Giovane Principe; si tratta di un ragazzo di 15-20 anni, vissuto 20.000 anni fa: un’inumazione che supera i confini del rito per entrare nella sfera del più intenso sentimento di religiosa pietà.

Il marchesato di Finale fu per secoli l’unico lembo di Liguria non controllato da Genova: per mantenere la sua indipendenza si appoggiò politicamente agli Sforza. Il campanile ottagonale (1463) di S. Biagio testimonia gli scambi anche culturali con la signoria milanese: impostato su una torre della cerchia muraria è ispirato al campanile di S. Gottardo in Corte a Milano. All’interno della chiesa la balaustra dell’altar maggiore è decorata a trompe-l’oeil con una finissima tovaglia eucaristica in marmo (1799). Fantasioso il pulpito in marmo (1765) che reca scolpiti i simboli degli Evangelisti. Tra i gioielli di Finalborgo vi è anche il Teatro Aycardi (1806), un’autentica “bomboniera” con tre ordini di palchi quasi in miniatura.

Tra le manifestazioni principali:

Palio delle Compagne Finalesi , manifestazione in costume medievale con il Trofeo Nazionale degli Sbandieratori.

Viaggio nel Medioevo  manifestazione in costume nella cornice del borgo medievale di Finalborgo premiata dalla Presidenza della Repubblica: per quattro sere giochi, spettacoli, antichi mestieri e attività culturali.

Salone dell'Enogastronomia.

 

Da Finalborgo , salendo lungo la panoramica Via Regina, si possono raggiungere Castel San Giovanni (1640 circa) e Castel Gavone, che, fino ai danni operati dai genovesi all’inizio del ‘700,  fu uno degli esempi più belli di architettura militare e residenziale in Liguria. E’ ancora integra la torre dei Diamanti (fine ‘400), rivestita con circa 1280 pietre bugnate lavorate ad una ad una dagli scalpellini dell’epoca. Molti materiali originari del castello, travature, pietre e colonne, furono reimpiegati per edificare chiese, portali e ville, nonchè i muretti a secco delle "fasce".

Da qui, in breve, si raggiunge la chiesa di S. Eusebio, in cui fu rinvenuta l’epigrafe funeraria del piccolo Lucius (362), una delle più antiche attestazioni datate della diffusione del cristianesimo nell’Italia settentrionale.

La passeggiata si può concludere presso la chiesa di  Nostra Signora di Loreto (o dei Cinque Campanili, 1489-93), che sorge a mezza costa, tra gli ulivi, e costituisce un prezioso episodio di architettura rinascimentale. All’esterno riproduce con fedeltà la milanese cappella Portinari in S. Eustorgio. La realizzazione della chiesa è attribuita ad Alfonso I Del Carretto e a sua moglie Peretta Cybo Usodimare in occasione del loro matrimonio

 

 

 

 

 

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FINALMARINA.   

 Nel ‘600 gli spagnoli  scelsero Finalmarina come scalo per la madrepatria,  tanto che  questo borgo ligure era conosciuto come la Porta della Spagna. Una delle più evidenti espressioni della potenza e del benessere acquisiti dalla Marina nel XVII secolo è la grandiosa basilica di S. Giovanni Battista, un vero trionfo di stucchi, marmi e decorazioni. Tradizionalmente - ma erronemante - attribuita a Gian Lorenzo Bernini, è una una delle più importanti chiese barocche della Liguria

L'Arco trionfale di Margherita  di Spagna, in Piazza Vittorio Emanuele, venne eretto nel 1666 in occasione del passaggio dell'Infanta di Spagna,  in viaggio per lo sposalizio con Leopoldo I d'Austria.

I ricchi palazzi della dominazione spagnola sfoggiano splendide facciate e  portali in ardesia.

Il Teatro (1868) con tre ordini di palchi e platea, è dedicato a Camillo Sivori, allievo di Niccolò Paganini.

La Pieve del Finale. Nei sotterranei della chiesa dei Cappuccini vi sono i resti di un altro importante edificio paleocristiano: la chiesa battesimale del V° secolo.

 

 

 

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